Le attività di pesca dei Campi Flegrei risalgono alla notte dei tempi.

Già all'epoca greca, il lago Fusaro era sfruttato per la coltivazione dei mitili e questo è testimoniato dal ritrovamento in zona di alcune monete aventi su una faccia l'immagine di una cozza.

Infatti le attività di piscicoltura erano svolte proprio nei laghi e soprattutto in quello di Lucrino e d'Averno.

In epoca romana i due specchi d'acqua erano uniti ed erano sede della flotta imperiale. Fu allora che nacquero le prime colture e le prime pescherie.

L'eruzione vulcanica del 1538 e la conseguente nascita del Monte Nuovo, mise però fine ad un periodo florido per la pesca.

Nel 1764 sotto la monarchia di Ferdinando IV di Borbone, vi fu la rinascita delle attività di pesca con la miticultura e l'ostricultura nel lago Fusaro. In questo periodo Ferdinando diede ordine a Carlo Vanvitelli di costruire proprio lì la Casina Reale (oggi Casina Vanvitelliana).

Durante il dopoguerra la coltivazione si è spostata nelle acque marine tra Capo Miseno e Napoli.

Nel 1973, vi fu a Napoli un'epidemia di colera che fu frettolosamente attribuita alle cozze e che provocò di fatto un arresto della produzione e la distruzione di numerosi vivai.

Ma oggi, come ieri, i mitili dei Campi Flegrei sono considerati tra i prodotti enogastronomici che rappresentano il territorio e sono da millenni, simbolo di abbondanza.